Anno
È agevolmente raggiungibile mediante un antico sentiero che partendo dal quartiere “li Cantoni” di Tortorella, presso le “Croci Vecchie”, scende per le Rocche attraverso la “Calanca di San Vito”, la grotta del “Renaro”, “piè degli elci”, “Gorgonegro” ed infine raggiunge il Rio Casaletto.
Le prime testimonianze scritte circa l’esistenza di mulini lungo il corso del Rio Casaletto risalgono alla seconda metà del Quattrocento.
L’edificio originariamente aveva una pianta rettangolare (circa 11,50×6.05 metri) con il lato lungo parallelo al corso d’acqua. L’ingresso era posto sul lato corto prospettante verso ovest. Tramite esso si accedeva ad un grande ambiente ricoperto da un manto di copertura ad unica falda con tegole di argilla su travi in legno di elce. L’illuminazione naturale era garantita da una finestrella di cui rimane l’imposta, situata a settentrione, direttamente sopra la botola per il deflusso delle acque adoperate per il movimento delle macine. L’interno del fabbricato era intonacato con malta di calce aerea, pavimentato con lastre di pietra calcarea e mattoni di cotto di manifattura locale. Di particolare interesse sono due massi calcarei che coprono quasi per intero la superficie del lato orientale. All’imposta del tetto raggiungeva una altezza interna di 2,25 metri, mentre al colmo misurava 3,50 metri.
Nel greto del fiume, poco distante dai ruderei del mulino, è visibile ancora una delle due macine.
(Testo a cura dell’ Ing. Gianluca Berardi)
Anno
XII Secolo
Stile
—
Accessibility Tools